Il paese di LEI...
... SERRACAPRIOLA, accenni storici
Sul nome di Serracapriola esiste anche una legenda: si narra che un conte intento nella caccia inseguii un capriolo che lo condusse in un piccola grotta dove con stupore notò un altare con un' immagine raffigurante la Madonna.
Gli abitanti costruirono in onore a quest'ultima una chiesetta, Santa Maria in Silvis, ed accanto ad essa diedero vita al centro abitato, che dalla legenda, prese il nome di Serracapriola.
La costruzione più antica del paese è il castello costruito nell’XI secolo, in piena dominazione federiciana – sveva.
Dopo diverse vicissitudini, la città fu ceduta ai benedettini dell’abbazia di Montecassino, che, nel 1100, vi stabilirono la propria residenza, fu successivamente infeudata a più nobili famiglie, tra cui gli Sforza, i Guevara e i Maresca.
Epicentro della costruzione la torre ottagonale con pianta a stella che fungeva da vedetta, alla cui sommità si accedeva con una scala a chiocciola.
La torre, nel corso del XVI e XVIII secolo fu ampliata e ora si presenta a pianta quadrata con quattro torrioni agli angoli.
Dell’antico fossato, profondo una decina di metri, sono ora visibili solo alcuni resti nel versante occidentale.
All’interno del cortile c’è quello che nella tradizione popolare ha soprannominato “il trabocchetto”, un’ampia e profonda apertura mai esplorata. La legenda narra che la profonda voragine fosse un ingegnoso meccanismo in grado, tramite una ruota dentata in continuo movimento, di triturare le ossa di chi vi cadeva dentro.
Il piano inferiore, tuttora abitato e in buone condizioni di mantenimento, è ricco di ampi saloni (notevole è la cosiddetta “Sala del Trono”) e camminamenti che scorrono lungo il perimetro del castello e che danno all’esterno su panorami che si estendono a perdita d’occhio e all’interno su un bel cortile in pietra, pulito e luminoso.
Sul corridoio meridionale, in corrispondenza di una finestra murata ben visibile dall’esterno, si apre una cappella con un piccolo altare, la cui creazione è legata ad un triste fatto di cronaca accaduto intorno al 1716, quando padrone del castello e del feudo di Serrracapriola era un signorotto di nome Giovanbattista, figlio naturale di Cesare Michelangelo D’Avalos-D’Aragona.
Dalla piazza antistante il castello, si snoda la Via del Borgo, un grande viale alberato a tre corsie, opera di Nicola Maresca, primo duca di Serracapriola.
La chiesa più antica del paese è Santa Maria in Silvis, edificata qualche anno dopo il castello.
Distrutta dal terremoto dell’anno 1629, fu ricostruita in cotto da Donato Gentile Quantulano; dell’antica struttura è oggi visibile soltanto l’antico portale architravato in pietra. La facciata è a capanna con cupola rettangolare, mentre l’interno è a tre navate con cupola.
In fondo alla navata centrale si erge l’altare, e alle sue spalle, il coro e il quadro della Madonna. Tra le opere principali il quadro della Madonna Santa Maria in Silvis dell’anno 1534 e la tela dell’Annunciazione, del XVIII secolo.
Di grande evidenza è la chiesa di San Mercurio costruita nell’anno 1630, dopo essere stata distrutta dal terremoto, è oggi considerata la più bella di tutta la diocesi. Al suo interno, tre navate con transetto, cupola, capolino e coro, con molteplici altari patronali con annesse reliquie di santi.
Presenti anche la chiesa di Sant’Antonio Abate, costruita interamente in cotto, e oramai sconsacrata, e la chiesa di Sant’Anna con la sua facciata quadrata e due ordini di resene, grandi nella parte inferiore e, nane in quella superiore.
La chiesa e il convento di Sant’Angelo furono fondati extra menia nell’anno 1436, furono ampliati nel corso del settecento con la costruzione dell’infermeria, della libreria, dei dormitori, e del giardino recintato, unico ad essersi conservato intatto insieme alla tomba del predicatore Tommaso D’Avalos, fratello del Marchese di Vasto.
La chiesa ed il convento di Santa Maria delle Grazie, arricchiti e rimaneggiati nel corso dei secoli, furono fondati nel 1536: dall’originale stile seicentesco, conserva ancora il piccolo ed elegante chiostro porticato, la porta lignea e la tavola raffigurante la Madonna delle grazie, da Francesco da Tolentino.
Serracapriola venne attaccata e distrutta dai Turchi nel 1566.
Un altro triste evento colpì il paese nel 1627, quando la città fu quasi rasa al suolo da un forte terremoto.
La sua storia ha seguito quella del resto della regione, assoggetta a diverse dominazioni fino all’ingresso nell’Italia unita, nel 1861.